Lagustelli di Percile

Tesori dalla natura

Un oasi naturale facente parte e tutelato dall’Ente parco dei Monti Lucretili nascosto in boschi di conifere che ci riporta ad un paesaggio alpino, un oasi dove la vegetazione rispecchiandosi sulle acque ci regala una sensazione di vivere capovolti e un verde smeraldo da tenerci con il fiato sospeso, un oasi che nel 2008 è stata dichiarata Sito Internazionale per la Tutela della Biodiversità. Nati da un processo carsico dove con il crollo, il deposito di materiale argilloso ha reso il fondo impermeabile dando origine a tre laghi ma ad oggi sono rimasti il lago Marraone e il lago Fraturno. Situati a Percile un comune di circa 220 abitanti nel comune di Roma a circa 750M s.l.msi possono raggiungere dal comune stesso con la vettura fino ad arrivare al cancello dell’area naturalistica o a piedi uscendo dal centro storico e seguendo le tabelle descrittive. Alla portata di tutti anche ai poco esperti in escursione, un percorso sterrato di quasi 2km inizialmente pianeggiante ma nel secondo tratto in discesa rimanendo sempre piacevole e non impegnativo, un percorso tra rovi di more selvatiche e biancospini, rosa canina e cardi multicolore che aggiungono piacevolezza e tranquillità durante la passeggiata. Meta, fuori percorso, anche dei pellegrini del cammino di San Benedetto che passa proprio nel centro di Percile e la valle che lo circonda, raggiungibile anche da Licenza e Mandela passando da Colle Franco e Fosso Roscelle ci si addentra in un paesaggio stupendo quasi tutto sottobosco con la presenza di ruscelli e salti d’acqua, un percorso adatto ai più esperti o per lo meno allenati. Si arriva al lago Fraturno quello più vitato e frequentato dai visitatori, con la presenza di spiaggette e aree dove riposarsi e far giocare i bambini per poi passare al lago Marraone più impervio essendo situato più in basso con scoscese percorribili da escursionisti esperti e attrezzatura adeguata. Dopo la giusta sosta si può percorrere il sentiero di ritorno con la soddisfazione di essersi ossigenati ed aver goduto di un ambiente lontano dalla propria vita quotidiana. Passando per Percile si può visitare la chiesetta di S.Anatolia del XVI secolo con i suoi affreschi e Palazzo Borghese originariamente proprietà degli Orsini ed oggi sede dell’amministrazione comunale.

Riserva Naturale di Monte Catillo

I luoghi d’interesse

Ci sono sensazioni in ognuno di noi, sappiamo di avere legami intrinsechi con qualcosa senza neppure sapere la natura, ci sono luoghi che anche se non conosciamo sappiamo di averli dentro. A Tivoli si cresce con la consapevolezza di avere un tesoro di averlo a disposizione ogni qualvolta ce ne sia bisogno, un tesoro che ci regala freschezza e relax ma allo stesso tempo ci dà amarezza quando nel periodo estivo lo si vede invadere dalle fiamme (il più delle volte dolose) e impotenti rimaniamo li a guardarlo. Il Monte Catillo dai Tiburtini chiamato Monte della Croce, di conformazione carsica è una riserva di circa 1300 ettari istituita nel 1997 circondata da un anello sentieristico dove si agganciano percorsi che si allargano in tutta l’area del Parco dei Monti Lucretili della quale la stessa riserva ne fa parte. Sono molti i frequentatori, sia cittadini in cerca di svago sia sportivi in allenamento ma anche intere famiglie ed escursionisti forestieri amanti della natura. Un luogo pieno di risorse a partire dalla Sugheretaun bosco di quercia da sughero della quale gli esperti dicono si sia generata grazie al microclima dato dal fiume Aniene e i suoi salti d’acqua. Ricca di fauna selvatica conla presenza di cinghiali, volpi, isrtrice, scoiattolo, bisce e si dice da studi fatti della presenza di circa 40 specie di volatili tra cui il rampichino, il picchio muratore, l’allocco, il picchio rosso maggiore e da qualche tempo si può notare l’elegante volo della Poiana. Si può godere della vista incantevole della campagna Romana scorgendo l’abitato Tiburtino e parte della Villa Gregoriana con il Tempio della Sibilla. Sono vari gli accessi sentieristici, quello principale dalla strada che porta a Don Nello del Raso prendendo il sentiero 330, ben segnalato(grazie a dei frequentatori abituali che ogni tanto rinnovano le bandiere con vernici naturali), si percorre lo sterrato incontrando una piccola falesia utilizzata dagli appassionati dell’arrampicata sportiva dove si inizia a salire per far visita alla Croce di ferro(612 s.l.m.)o continuare fino a raggiungere e godere del fresco della Sughereta di Sirividola. Sono presenti delle tabelle informative e varie indicazioni tra cuifonte Bologna con il rifugio e l’area attrezzata per pic-nic con panche in legno, un angolo verde dove riposarsi e rimanere immersi nella natura e il suo silenzio. Continuando si inizia a scendere verso l’hotel Torre Sant’Angelo incontrando fontana vecchia, ad oggi riparo e riserva d’acquaper le mucche al pascolo ed altre specie animali. Tanti visitatori in base al periodo e alla crescita vegetativa potranno avvalersi di una vecchia cisterna e ruderi di costruzioni di epoca Romana. Da li a poco si scende verso Tivoli con la soddisfazione di essersi goduti un angolo di pace ed essersi dedicati del tempo per la propria persona.

Il laghetto di San Benedetto

I luoghi dell’anima

Abbiamo la fortuna di avere nel nostro territorio delle aree naturali dove poter ritrovare se stessi o per lo meno trovare momenti di riflessione o d’intimità personale. Un bacino naturale con un getto d’acqua del fiume Aniene, uno dei tanti laghetti naturali che si possono trovare, ma questo in particolare ha delle vicissitudini importanti. Legami forti con la vita Monastica, fu “Teatro del miracolo del falcetto di San Benedetto” della quale dal Santo prende il nome, ma aneddoti la legano anche alla storia Romana e raccontano che l’Imperatore Nerone quando si stabilì a Subiaco, vicino la sua imponente villa delle quali rimangono ancora oggi resti oltretutto visitabili, fece costruire tre laghetti per dedicarsi alla pesca. Attualmente l’area del laghetto è tutelata dalla agenzia Asiarca che si occupa per vari periodi dell’anno ad organizzare ed effettuare visite contingentate e in sicurezza per i visitatori. Il sito si trova subito dopo la cittadina di Subiaco, sulla strada che porta a Jenne si incontrano i resti della villa di Nerone e subito dopo la strada scende verso destra dove si può parcheggiare vicino ad un’area pic-nic. Da li, il sentiero scende verso il fiume Aniene dove lo scrosciare delle acque e l’ambiente stesso ci allontanano dalla vita caotica e ci fanno immergere in un misticismo unico. Attraversando il ponte da poco rimesso in sicurezza, si apre la vista alla natura incontaminata fino ad arrivare al bacino dove il salto d’acqua con il suo fragore ci danno quella sensazione di pace e ci lasciano immaginare di essere da soli a meditare nonostante ci si possa scontrare con più visitatori.

Passeggiata a Monte Autore

Monte autore affaccio sulla campagna romana

Escursioni in natura

C’è un luogo per noi Romani dove si può ancora respirare aria pulita e da dove si può godere di una vista eccezionale. E’ Il Monte Autore che con i suoi 1855 s.l.m è la seconda vetta più alta e oltretutto la più panoramica del Parco regionale dei monti Simbruini. Ci sono vari sentieri accessibili in qualunque stagione per arrivare alla sommità. E’ luogo di ciaspolate d’inverno e dove mangiare fragoline di bosco in primavera ma la sua veste più bella è la stagione autunnale dove il visitatore può camminare su di un soffice tappeto di foglie. Uno degli accessi più frequentati e soprattutto più adeguato per passeggiate in famiglia è quello della Monna dell’Orso lasciando la propria auto nei pressi del parcheggio di Campo dell’Osso o avvicinandosi alla seggiovia della pista invernale dove inizia il sentiero con sulla sinistra l’osservatorio astronomico luogo di fotografi che campeggiano aspettando la notte stellata. Passeggiando al fresco sotto la faggeta dopo circa 2 km si raggiungono le Vedute di Monte Autore dalla quale si può scegliere l’itinerario da seguire sia per la cima che per il Santuario della S.S Trinità, meta di numerosi pellegrini e posto proprio sotto le pendici del monte nel comune di VallePietra. Dopo un pò di svago grazie all’area attrezzata con panche e ripari in legno si può prendere il sentiero a sinistra sia sottobosco che scoperto e con circa venti minuti si arriva alla Croce, dove avendo un po’ di fortuna si può godere della vista stupenda sull’appennino centrale. Dal Terminillo al GranSasso, dal Monte Velino alla Majella si riescono a vedere anche le pale eoliche della distesa del Fucino. Osservando sulla destra il Monte Tarino per finire con l’affaccio sulla piana Romana e il mar Tirreno. E’ una di quelle mete che permette senza allontanarsi troppo, di rilassarsi tornando alla propria vita quotidiana soddisfatti di essersi regalati un angolo di natura.